venerdì 21 settembre 2007
giovedì 13 settembre 2007
Epica dei Custodi, capitolo I - Chiamata alle armi! - DETTAGLI
Questo è il primo evento di un grande progetto: una storia dei Custodi della Fiamma di Anor al quale tutti prender parte!
E' più di un semplice evento, è qualcosa che ci lega come gilda al di là di ciò che viene proposto dal gioco stesso, qui il gioco lo creiamo noi!
Ci saranno obiettivi e quest di ogni genere, seguendo una storia di base che verrà rivelata passo passo.
E' un evento al quale tutti sono chiamati a partecipare (a seconda dei livelli richiesti per i vari capitoli).
E' un evento GdR, voi sarete il vostro pg e lo interpreterete al meglio, con la sua storia, le sue emozioni, le sue paure e tutto il resto. (Ci saranno situazioni che permetteranno una maggiore interpretazione gdr ed altre che saranno più frenetiche e quindi più volte al combattimento).
Che la Fiamma di Anor Divampi!
__________________________
Giovedì 20/09/07
Raduno:
ore: 20.30
luogo: Glan Vraig (Ettenmoors)
lvl: 40+
obiettivo: riconquistare gli Erenbrulli (Ettenmoors)
GdR ON
Non c'è alcun motivo valido per non partecipare (per chi è online).
Verrà redatta una piccola guida su come agire in PvMP in generale ed in questo evento in particolare.
Notizie dettagliate nei prossimi giorni.
Epica dei Custodi, capitolo I - Chiamata alle armi!
Thorombar stava correndo ormai da due giorni, nonostante la ferita al costato a tratti sanguinasse copiosamente. Ancora una volta le pozioni fornite da Ago gli avevano salvato la vita e attenuato gli effetti del veleno con i quale gli orchi erano soliti intingere le frecce. L’armatura creata da Caradril e Ifareth non aveva permesso che i lunghi artigli dei Warg penetrassero in profondità nella carne e di questo ne era ancora una volta riconoscente.
I territori intorno a lui iniziavano finalmente ad acquisire un aspetto familiare e la sua priorità non era più la sopravvivenza quanto l’urgenza di comunicare al Gran Maestro gli eventi dei quali era stato testimone. Giunto in prossimità della Contea, la sua vista iniziò progressivamente ad annebbiarsi e la perdita dei sensi che presto la seguì, lo colse completamente impreparato, facendolo rotolare lungo i fianchi della collina come un fagotto inanimato.
Al suo risveglio Khamea era li accanto, intenta ad ascoltare ciò che alcune figure più discostate stavano discutendo. Al tempo stesso poggiava con notevole maestria unguenti sulla sua ruvida pelle segnata da sempre più numerose cicatrici. Biosasso, poco distante, sembrava sovraintendere alle cure che gli venivano prestate. Il dolore stava abbandonando il suo corpo mentre al tempo stesso la memoria di quanto successo riaffiorava prepotente: “Fatemi parlare con il Gran Maestro, ora, subito!”.
Anche se non potè vederli chiaramente, intuì la presenza di tutti gli sguardi su di se. Una voce amichevole e serena che riconobbe come quella di Teg giunse alle sue orecchie: “Non ne hai abbastanza? Ci hai già detto e ripetuto mille volte da ieri quanto è accaduto nelle Ettenmoors. I vessilli di guerra stanno sventolando da questa mattina, tutti i Custodi sono stati chiamati a raccolta ”.
Thorombar, non riusciva a capire come fosse riuscito a comunicare quanto accaduto durante la sua incosciente agonia, ma evidentemente le cose erano andate esattamente così. “Mastro Thorombar” intervenne il Gran Maestro “è chiaro che le tue parole avevano urgenza di essere udite, e non hanno aspettato che tu le pronunciassi volontariamente. A quanto pare sei stato testimone di eventi terribili, come ci hai riportato, ma ritengo a questo punto indispensabile udire nuovamente quanto hai da dirci”.
Xiv si avvicinò al suo letto e lo aiutò ad alzarsi insieme a Gundabur: ”Spero vivamente che tu non ritratti nulla di quanto detto, la mia ascia non lo gradirebbe affatto”.
“Mastro Xiv, ritengo difficile smentire ciò che non ricordo di aver pronunciato, ma non credo che la tua ascia si dispiacerà troppo di udire ciò che ho da dire” quindi si alzò da giaciglio sorretto dal sorprendentemente forte braccio della guaritrice.
Molti Custodi, molti più di quanti ne aveva mai visto insieme, affollavano quella che ora riconobbe come la Sala del Consiglio. Uomini, elfi, nani e hobbit, ognuno di essi pronto per la battaglia, lo fissavano in attesa. “E’ un giorno triste e in realtà sono poche le cose che devo comunicarvi, ma sono di grande importanza per tutti i popoli liberi della Terra di Mezzo. Sono stato involontario testimone di un’alleanza ripugnante. Le tribù orchesche ora non contano solo più sull’aiuto dei loro mostruosi lupi, ma hanno stretto alleanza con Troll provenienti da Angmar. L’Oscuro Signore ha reclamato la regione a noi nota come Ettenmoors ed ha inviato là i suoi più potenti servitori”.
Il capitano Ifareth a questo punto intervenne: “Le nostre roccaforti sono cadute? Tutte?”.
“Si, una dopo l’altra, inesorabilmente. Solo pochi ranger sono stati in grado di rallentare quell’Orda abominevole, prima di cadere anch’essi. Interi villaggi sono scomparsi nel giro di poche ore e i pochi sopravvissuti, scampati per pura fortuna come me ai vili agguati dei Warg, si sono diretti verso Sud, attraverso Coldfells per raggiungere Glen Vraig. Non resisteranno a lungo.”
Tobaldo gli si avvicinò, incurante degli sguardi perplessi dei nani presenti: “Mastro Thorombar, i nostri messaggeri hanno già portato le tue parole a tutti i Custodi, e come vedi tutti hanno risposto alla chiamata del Gran Maestro. Ora siamo pronti, ma dobbiamo sapere esattamente dove si attesta il loro caposaldo, dove stiamo resistendo e in quanti si stanno muovendo verso quelle terre”. Il capitano Fastamanne spostò la sua alabarda in modo che appoggiasse lungo il suo fianco destro, appoggiandocisi leggermente, e osservò il nano ferito confermando con lo sguardo che anche lui riteneva indispensabile una risposta a queste domande.
“Il capitano Thordur in persona mi ha chiamato, facendomi rientrare dalla prima, e probabilmente unica, linea di battaglia. E’ riuscito ad inviare pochi messaggeri ma dubita che siano arrivati a destinazione dal momento che finora non sono arrivati soccorsi. Da quanto mi ha detto, le loro speranze si basano esclusivamente su di noi. Siamo gli unici in grado di arrestare il massacro e riconquistare quelle terre." detto questo si accasciò nuovamente sul letto esausto.
"Hai nuovamente confermato quanto ci avevi già annunciato" disse quasi tra se il Gran Maestro, quindi rivolto ai Custodi presenti "E' ormai chiaro che l'Oscuro Signore ha delle precise mire su quella regione e ora è il momento di rendervi partecipi di quanto mi è stato riferito da Maestri Pengrandir e Gipdir" un brusio si sparse nella sala "Non traete conclusioni affrettate, la segretezza delle indagini, come sapete, è spesso l’unico mezzo di sopravvivenza per i nostri osservatori. Sarebbe da stolti sottovalutare l’azione delle spie del nostro nemico. Ora è venuto il momento di svelarvi quanto appreso.” Un tacito assenso a proseguire giunse dalla Sala. “Già movimenti sospetti di Troll tra Angmar e Fornost erano stati segnalati da alcuni Custodi, ma le nostre informazioni terminavano lì. Ho ritenuto fondamentale verificarne il significato e la meta finale. Le capacità di sotterfugio a volte sono più importanti di una carica di cavalleria e per questo la mia scelta è caduta sui due Maestri Pengradir e Gipdir con l’approvazione del Consiglio. Ciò che hanno scoperto, l’hanno ottenuto estorcendo informazioni a umani reietti asserviti al nemico. L’Oscuro Signore sta pianificando un attacco alla Città di Brea al fine di spezzare la resistenza dei popoli liberi colpendone il cuore. Per ottenere il successo ha bisogno di armare un grande esercito, ma le azioni dei Custodi ad Angmar, Sarnur e nelle Misty Mountains hanno rallentato notevolmente la loro capacità di estrazione di metallo e ciò gli impediva di perseguire i suoi scopi. Come sapete nelle Ettenmoors è presente una delle più grandi miniere della Terra di Mezzo, ma fino ad ora il loro controllo non rivestiva il ruolo strategico che invece presenta in questo momento. Non avevamo la sicurezza di quelle che erano fino a ieri delle semplici supposizioni. Mastro Thorombar era stato inviato lì proprio per verificarene la veridicità. Purtroppo le notizie che ci ha riportato sono peggiori di quanto avessi pensato.”
Mastro Caradril si avvicinò al Gran Maestro che gli diede la parola con un gesto di assenso del capo: “Custodi, il controllo delle miniere passa dal controllo delle roccaforti della regione, se vogliamo toglierle dalle grinfie dell’Oscuro Signore dobbiamo prima riconquistarle ad una ad una. Non possiamo contare su alcun aiuto come ci è stato confermato, e questo è il motivo per cui vi abbiamo chiamati tutti a raccolta”. Il capitano Ifareth dal fondo della sala fece udire la sua voce: “I vessilli di guerra dei Custodi della Fiamma di Anor già sventolano e i cavalli scalpitano impazienti, è ora di combattere ancora una volta uniti. Non ci sarà pietà e non ci sarà resa. Se falliremo non avremo posto dove nasconderci e riorganizzarsi. La sconfitta non è un’opzione che possiamo prendere in considerazione.”
Il Gran Maestro alzò la sua spada puntandola verso il cielo:”Non ci sarà sconfitta" gridò "In marcia Custodi, questa volta la morte ci seguirà da vicino”.
I territori intorno a lui iniziavano finalmente ad acquisire un aspetto familiare e la sua priorità non era più la sopravvivenza quanto l’urgenza di comunicare al Gran Maestro gli eventi dei quali era stato testimone. Giunto in prossimità della Contea, la sua vista iniziò progressivamente ad annebbiarsi e la perdita dei sensi che presto la seguì, lo colse completamente impreparato, facendolo rotolare lungo i fianchi della collina come un fagotto inanimato.
Al suo risveglio Khamea era li accanto, intenta ad ascoltare ciò che alcune figure più discostate stavano discutendo. Al tempo stesso poggiava con notevole maestria unguenti sulla sua ruvida pelle segnata da sempre più numerose cicatrici. Biosasso, poco distante, sembrava sovraintendere alle cure che gli venivano prestate. Il dolore stava abbandonando il suo corpo mentre al tempo stesso la memoria di quanto successo riaffiorava prepotente: “Fatemi parlare con il Gran Maestro, ora, subito!”.
Anche se non potè vederli chiaramente, intuì la presenza di tutti gli sguardi su di se. Una voce amichevole e serena che riconobbe come quella di Teg giunse alle sue orecchie: “Non ne hai abbastanza? Ci hai già detto e ripetuto mille volte da ieri quanto è accaduto nelle Ettenmoors. I vessilli di guerra stanno sventolando da questa mattina, tutti i Custodi sono stati chiamati a raccolta ”.
Thorombar, non riusciva a capire come fosse riuscito a comunicare quanto accaduto durante la sua incosciente agonia, ma evidentemente le cose erano andate esattamente così. “Mastro Thorombar” intervenne il Gran Maestro “è chiaro che le tue parole avevano urgenza di essere udite, e non hanno aspettato che tu le pronunciassi volontariamente. A quanto pare sei stato testimone di eventi terribili, come ci hai riportato, ma ritengo a questo punto indispensabile udire nuovamente quanto hai da dirci”.
Xiv si avvicinò al suo letto e lo aiutò ad alzarsi insieme a Gundabur: ”Spero vivamente che tu non ritratti nulla di quanto detto, la mia ascia non lo gradirebbe affatto”.
“Mastro Xiv, ritengo difficile smentire ciò che non ricordo di aver pronunciato, ma non credo che la tua ascia si dispiacerà troppo di udire ciò che ho da dire” quindi si alzò da giaciglio sorretto dal sorprendentemente forte braccio della guaritrice.
Molti Custodi, molti più di quanti ne aveva mai visto insieme, affollavano quella che ora riconobbe come la Sala del Consiglio. Uomini, elfi, nani e hobbit, ognuno di essi pronto per la battaglia, lo fissavano in attesa. “E’ un giorno triste e in realtà sono poche le cose che devo comunicarvi, ma sono di grande importanza per tutti i popoli liberi della Terra di Mezzo. Sono stato involontario testimone di un’alleanza ripugnante. Le tribù orchesche ora non contano solo più sull’aiuto dei loro mostruosi lupi, ma hanno stretto alleanza con Troll provenienti da Angmar. L’Oscuro Signore ha reclamato la regione a noi nota come Ettenmoors ed ha inviato là i suoi più potenti servitori”.
Il capitano Ifareth a questo punto intervenne: “Le nostre roccaforti sono cadute? Tutte?”.
“Si, una dopo l’altra, inesorabilmente. Solo pochi ranger sono stati in grado di rallentare quell’Orda abominevole, prima di cadere anch’essi. Interi villaggi sono scomparsi nel giro di poche ore e i pochi sopravvissuti, scampati per pura fortuna come me ai vili agguati dei Warg, si sono diretti verso Sud, attraverso Coldfells per raggiungere Glen Vraig. Non resisteranno a lungo.”
Tobaldo gli si avvicinò, incurante degli sguardi perplessi dei nani presenti: “Mastro Thorombar, i nostri messaggeri hanno già portato le tue parole a tutti i Custodi, e come vedi tutti hanno risposto alla chiamata del Gran Maestro. Ora siamo pronti, ma dobbiamo sapere esattamente dove si attesta il loro caposaldo, dove stiamo resistendo e in quanti si stanno muovendo verso quelle terre”. Il capitano Fastamanne spostò la sua alabarda in modo che appoggiasse lungo il suo fianco destro, appoggiandocisi leggermente, e osservò il nano ferito confermando con lo sguardo che anche lui riteneva indispensabile una risposta a queste domande.
“Il capitano Thordur in persona mi ha chiamato, facendomi rientrare dalla prima, e probabilmente unica, linea di battaglia. E’ riuscito ad inviare pochi messaggeri ma dubita che siano arrivati a destinazione dal momento che finora non sono arrivati soccorsi. Da quanto mi ha detto, le loro speranze si basano esclusivamente su di noi. Siamo gli unici in grado di arrestare il massacro e riconquistare quelle terre." detto questo si accasciò nuovamente sul letto esausto.
"Hai nuovamente confermato quanto ci avevi già annunciato" disse quasi tra se il Gran Maestro, quindi rivolto ai Custodi presenti "E' ormai chiaro che l'Oscuro Signore ha delle precise mire su quella regione e ora è il momento di rendervi partecipi di quanto mi è stato riferito da Maestri Pengrandir e Gipdir" un brusio si sparse nella sala "Non traete conclusioni affrettate, la segretezza delle indagini, come sapete, è spesso l’unico mezzo di sopravvivenza per i nostri osservatori. Sarebbe da stolti sottovalutare l’azione delle spie del nostro nemico. Ora è venuto il momento di svelarvi quanto appreso.” Un tacito assenso a proseguire giunse dalla Sala. “Già movimenti sospetti di Troll tra Angmar e Fornost erano stati segnalati da alcuni Custodi, ma le nostre informazioni terminavano lì. Ho ritenuto fondamentale verificarne il significato e la meta finale. Le capacità di sotterfugio a volte sono più importanti di una carica di cavalleria e per questo la mia scelta è caduta sui due Maestri Pengradir e Gipdir con l’approvazione del Consiglio. Ciò che hanno scoperto, l’hanno ottenuto estorcendo informazioni a umani reietti asserviti al nemico. L’Oscuro Signore sta pianificando un attacco alla Città di Brea al fine di spezzare la resistenza dei popoli liberi colpendone il cuore. Per ottenere il successo ha bisogno di armare un grande esercito, ma le azioni dei Custodi ad Angmar, Sarnur e nelle Misty Mountains hanno rallentato notevolmente la loro capacità di estrazione di metallo e ciò gli impediva di perseguire i suoi scopi. Come sapete nelle Ettenmoors è presente una delle più grandi miniere della Terra di Mezzo, ma fino ad ora il loro controllo non rivestiva il ruolo strategico che invece presenta in questo momento. Non avevamo la sicurezza di quelle che erano fino a ieri delle semplici supposizioni. Mastro Thorombar era stato inviato lì proprio per verificarene la veridicità. Purtroppo le notizie che ci ha riportato sono peggiori di quanto avessi pensato.”
Mastro Caradril si avvicinò al Gran Maestro che gli diede la parola con un gesto di assenso del capo: “Custodi, il controllo delle miniere passa dal controllo delle roccaforti della regione, se vogliamo toglierle dalle grinfie dell’Oscuro Signore dobbiamo prima riconquistarle ad una ad una. Non possiamo contare su alcun aiuto come ci è stato confermato, e questo è il motivo per cui vi abbiamo chiamati tutti a raccolta”. Il capitano Ifareth dal fondo della sala fece udire la sua voce: “I vessilli di guerra dei Custodi della Fiamma di Anor già sventolano e i cavalli scalpitano impazienti, è ora di combattere ancora una volta uniti. Non ci sarà pietà e non ci sarà resa. Se falliremo non avremo posto dove nasconderci e riorganizzarsi. La sconfitta non è un’opzione che possiamo prendere in considerazione.”
Il Gran Maestro alzò la sua spada puntandola verso il cielo:”Non ci sarà sconfitta" gridò "In marcia Custodi, questa volta la morte ci seguirà da vicino”.
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